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Parità uomo-donna nella busta paga? Ci vogliono almeno 257 anni

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Mind the gap. Attenzione al vuoto e al divario non tanto tra il treno e la banchina, come dicono gli avvisi in metropolitana, ma tra la propria scrivania e quella del collega. Il gap in questione — quando si parla di occupazione femminile — è il divario retributivo a seconda del sesso di appartenenza: si chiama gender pay gap ed è un fenomeno molto più diffuso di quel che pensiamo. Una discriminazione in busta paga espressamente vietata dalle legge — la parità di retribuzione a parità di lavoro è uno dei principi fondamentali della Ue — ma di fatto ampiamente praticata.

Quando si tratta di soldi, le donne sono nei guai a tutte le latitudini: ce lo ha ricordato Samira Ahmed. Il 10 gennaio i giudici hanno sentenziato che la differenza è spiegabile solo in un quadro di discriminazione. La via è aperta per altre cause. Samira Ahmed, la articolista Bbc che ha vinto la molla contro la sua emittente per differenziazione salariale. Per la precisione, in Europa, al momento il 16 per cento in meno in termini di compenso oraria media, secondo Eurostat. Per il World Economic Forum, ai ritmi attuali ci vorranno anni perché la disparità retributiva venga colmata. E questo per due motivi: il primo è la trasparenza dei compensi.

Se lavorano. Si chiama gender pay gap: è la differenza che corre, a parità di mansione, fra lo compenso di un uomo e quello di una donna. Da qualsiasi punto si parta, il risultato finale non cambia: la busta paga delle donne è sempre la più leggera. No, perché questa prima misurazione non tiene in considerazione il tasso di occupazione e il titolo di studio. Il aggravio del part time Basta cambiare legge per sconvolgere il risultato.

Condividi Segui il podcast su: Il 23 giugno scorso la commissione lavoro alla Camera ha approvato la proposta di legge testo in calce per abbassare il divario retributivo tra donne e uomini. Frutto di un lungo attivitа di mediazione e di sintesi con le diverse anime del Parlamento, la proposta normativa è stata elaborata in un ristretto comitato parlamentare, dove donne di appartenenza politica diversa, hanno certo con grande soddisfazione di aver lavorato in accordo e sinergia. Se il testo di legge sarà approvato, a decorrere da gennaioverrà istituita la autenticazione di pari opportunità. Le imprese dovranno dare conto delle politiche e delle misure aziendali concrete poste in individuo per ridurre il divario uomo femmina, favorire la progressione di carriera, affermare la parità salariale per uguali mansioni, tutelare la maternità. Per ottenere il rilascio della certificazione aziendale, sarà basilare conseguire obiettivi minimi prefissati. Dal collocato del Ministero, sarà anche possibile accertare i nomi delle aziende sopra i 50 dipendenti, che hanno conseguito la certificazione di parità. La copertura finanziaria per la misura premiale sarà di 50 milioni di Euro annui a partire dal prossimo